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Si apre l'archivio. Inizia la nuova storia di Casalmaggiore


“In un balen feconde/ venner le carte; alla stagion presente/ i polverosi chiostri/ serbaro occulti i generosi e santi/ detti degli avi”. Grazie alla riscoperta di testi classici compiuta intorno al 1820 da Angelo Mai tornava in Italia a risuonare la voce antica dei padri e il giovane Leopardi si esaltava, auspicando che il loro esempio spingesse gli uomini del suo tempo a scuotersi dalla vile inerzia , a sorgere ad atti illustri o a vergognarsi.
Sta per verificarsi anche a Casalmaggiore qualcosa di simile, stiamo per vivere anche noi casalaschi degeneri il momento magico di un nuovo inizio, ora che riemergono le carte delle antiche glorie?
Sarebbe certo retorico e francamente eccessivo affermarlo (e del resto anche il contino Leopardi si illudeva di brutto pensando che un nuovo libro di Cicerone bastasse a far risorgere gli italiani), ma insomma non va nemmeno fatto passare nel silenzio e nell’indifferenza un evento che segna un importante progresso civile per tutta la nostra Comunità, che restituisce ai cittadini amanti della loro storia un patrimonio prezioso e a lungo dimenticato, che dà nuova vita a un’istituzione certo non facile da accostare, ma senz’altro la più ricca di potenziali frutti fra quante vanno arricchendo la cultura del nostro territorio, poiché in essa si è accumulata ed è ora custodita gran parte della nostra memoria storica.
Mi riferisco all’Archivio Storico del Comune di Casalmaggiore, che verrà presto aperto al pubblico nella sua piena funzionalità, sistemato in spazi nuovi, confortevoli, sicuri, in condizioni (si spera) ottimali di accessibilità e fruibilità. Non che finora l’archivio fosse completamente precluso ai ricercatori, ma viveva in una specie di limbo inaccessibile, che si concretizzava solo grazie alla sempre pronta disponibilità dei nostri bibliotecari. Ora invece è stato portato a termine il recupero anche dell’ultimo piano dell’antico Collegio dei Barnabiti, sede della Biblioteca Civica, e in esso è stato trasferito l’intero Archivio Storico Comunale suddiviso nelle sue tre sezioni, ben distinte per collocazione e ordinamento: la Parte storica antica, che contiene la documentazione fino alla fine del XVIII secolo; la Parte antica fino al 1897; la Parte contemporanea riguardante il periodo 1898-1949. Tutte le sezioni si presentano ben sistemate e inventariate, fornite di tutti gli strumenti che ne possono agevolare la consultazione e offrono ampio campo di ricerca a studiosi, a studenti in tesi di laurea, ai cultori di memorie locali e, perché no, agli alunni delle nostre scuole, se opportunamente guidati e illuminati da docenti aperti a una nuova didattica, attenta alla realtà e alla civiltà del nostro ambiente.
La sezione che racchiude i misteri più appassionanti e più degni d’essere indagati è forse quella storica di Antico Regime (XV-XVIII secolo), sulla quale in questa sede vorrei concentrare la mia attenzione. Essa infatti riguarda il periodo storico più vivace e glorioso della Comunità casalasca, che in questi secoli, da quando intorno al 1424 Filippo Maria Visconti le concesse ampi privilegi e la facoltà di scrivere i suoi Statuti, costituì uno “stato cittadino” dotato di una larga autonomia almeno nella sua amministrazione interna, anche se subordinato nelle relazioni con gli Stati confinanti, nella fiscalità e nella normativa generale alle disposizioni dei governi via via succedutisi in Milano (i Visconti e gli Sforza fino al 1535, la Spagna fino al 1706, l’Austria fino al 1797). Favorita dalla sua posizione periferica e decentrata e insieme strategicamente importante, in quanto situata sul confine dello Stato e sul Po, la fondamentale via di comunicazione e di commercio dell’Italia padana, Casalmaggiore fu riconosciuta in tutti questi secoli come “terra separata”, staccata quindi dal contado dominato da Cremona, e immediatamente obbediente solo al potere centrale milanese, a cui essa giurava fedeltà e da cui riceveva il suo podestà, il magistrato che rendeva giustizia e che presiedeva il Consiglio.
Per questo Casalmaggiore potè sempre godere del prestigio di una “quasi-città”, governarsi con i suoi Statuti, il suo Consiglio generale, i suoi organi politici e giurisdizionali, il suo apparato di pubblici ufficiali, di notai, di maestri, di medici condotti, il suo oratore che perorava i suoi interessi nella capitale, il suo piccolo contado soggetto, anche se spesso irrequieto, formato dalle 14 ville circostanti. 
Non per nulla, quando, a compenso di un debito che l’impero asburgico aveva contratto nei suoi confronti per precedenti forniture militari, il nostro Comune nel 1754 si vide facilmente riconosciuto da Maria Teresa il titolo di città, potè, senza molto innovare, elevarsi al rango goduto in Lombardia solo da altri cinque centri urbani: Milano, Como, Pavia, Cremona, Lodi.
Questa sezione di Antico Regime è quella che ha sempre ricevuto le maggiori cure, fin da quando, nel 1978, l’allora sindaco prof. Carlo Rotelli affidò al prof. Roberto Greci (attualmente ordinario di Storia Medievale all’Università di Parma) e alla prof. Maria Carla Volta l’incarico di metter mano nella gran confusione che vi regnava. Tutto il materiale archivistico fu ordinato cronologicamente, suddiviso per materie e in fascicoli, inventariato e di ciascun documento fu steso un preciso regesto: un lavoro egregio durato fino al 1981 e confluito in dieci volumi dattiloscritti di inventario (poi ripreso a stampa dal Progetto Archidata della Regione Lombardia), che consentono un’estrema facilità di reperimento e di consultazione.
L’Archivio Storico è giunto a noi molto depauperato rispetto alla sua originaria consistenza, poiché ha subito nel tempo varie traversie, con saccheggi, dispersioni, sottrazioni (ad esempio mancano tutti i registri delle delibere del Consiglio, che si conservano solo dal primo Ottocento), ma anche così offre un quadro ricchissimo riguardo a tutti gli aspetti istituzionali, giuridici, amministrativi, economici, sociali della nostra Comunità. Esso comprende attualmente circa 5000 documenti irregolarmente distribuiti nei secoli: partendo da un rogito del 1407, la documentazione, piuttosto scarsa per i tempi più antichi, si fa sempre più consistente man mano che si risale verso il Settecento. Una sintesi di tutto il materiale presente nell’ Archivio è fornita dal quadro d’insieme delle materie che ho tratto dall’inventario Archidata, integrandolo con il riferimento alle buste (vedi box allegato).

L’imminente apertura dell’Archivio Comunale mi ha indotto a chiedere alla direzione della Pro Loco se era possibile che una pagina del suo bel periodico venisse in ogni numero riservata a un mio progetto: utilizzare un documento tratto dal ricco patrimonio della sua sezione più antica per presentare un momento, un episodio, un problema riguardante la storia passata della nostra Comunità. La Pro Loco ha avuto la cortesia di accogliere con grande favore la mia proposta e quindi il discorso precedente si può considerare la necessaria introduzione ad una sorta di rubrica futura, che vorrei intitolare “Carta canta. L’Archivio racconta”. 
Essa non seguirà alcun ordine o schema prestabilito e ovviamente, dati gli spazi e la sede, non avrà alcuna ambizione scientifica, né pretenderà di esaurire il tema affrontato, ma non vorrà neppure essere puramente aneddotica o fare piccola cronaca locale, magari riciclando per l’ennesima volta notizie d’incerta origine e prive di riscontri. L’unico impegno che mi sento di assumere è perciò quello di dare un fondamento sicuro e verificabile ad ogni fatto e argomento di cui mi occuperò, allo scopo di far conoscere a un largo pubblico alcuni temi di rilievo spesso trascurati e soprattutto di riportare alla luce alcuni esemplari documenti che stimolino a ulteriori indagini. Perché il nostro Archivio è una vera miniera, che attende solo ricercatori curiosi e intelligenti, che non si limitino a ripetere quanto ha scritto, ormai due secoli fa, il nostro grande e benemerito abate Romani, ma osino, magari come nani sulle spalle di giganti, tendere lo sguardo verso nuovi territori e nuovi saperi.

La mappa dell’Archivio Storico Comunale (Sezione di Antico Regime)
I numeri delle buste sono quelli segnati nell’inventario.
Tra parentesi, le date iniziali e finali dei documenti contenuti nella/e busta/e

1. Privilegi e prerogative: bb. 1-2 (1407-1794)
2. Esenzioni dell’imbottato: b. 3 (1489-XVIII s.)
3. Infeudazione e demanio: bb. 4-5 (1545- XVIII s.)
4. Censo del sale e tassa dei cavalli: b. 6 (1557-1712)
5. Separazione e riunione delle dieci ville: b. 7 (1594-XVIII s.)
6. Dazio della macina: bb. 8-9 (XVI-XVIII s.)
7. Ordini, decreti e sentenze: bb. 10-15 (1441-XVIII s.)
8. Mezza per cento: b. 16 (1663-XVIII s.)
9. Materie daziarie: bb. 17-22 (1422-XVIII s.)
10. Materie d’annona: bb. 23-24 (1502-XVIII s.)
11. Dazio del pan venale: b. 25 (XVII-XVIII s.)
12. Quota del sale spettante a Casalmaggiore: b. 26 (1494-1753)
13. Immunità per i dodici figli: b. 27 (XVII-XVIII s.)
14. Argini e fortificazioni del Po: bb.28-29 (1649-XVIII s.)
15. Acque, dugali e confini: bb. 30-35 (1456-XVIII s.)
16. Nuovo generale censimento: bb. 36-39 (1718-1760)
17. Regia annata per regalie e molini: b. 40 (1522-XVIII s.)
18. Concessione del sito della piazza: b. 41 (1615-1729)
19. Case del Pubblico: b. 42 (1619-1819)
20. Scuole pubbliche dei Padri Barnabiti: b. 43 (XVII-XVIII s.)
21. Strade di Casalmaggiore e suo territorio: b. 44 (1747-1780)
22. Collegiata di Santo Stefano: b. 45 (1596-1795)
23. Beneficio di S.Caterina e S. Agnese, giuspatronato della Comunità: b. 46 (1605-1802)
24. Sicurtà degli ecclesiastici: b. 47 (1696-1768)
25. Beni ecclesiastici convenzionati per il pagamento dei carichi: b. 48 (XVII-XVIIII s.)
26. Concorso degli ecclesiastici alla riparazione degli argini:bb. 49-50 (1546-XVIII s.)
27. Eredità Mori: b 51 (XVIII s.)
28. Cavalli otto di tassa per beni sul Cremonese: b. 53 (1749-1760)
29. Reddituari di Casalmaggiore: bb. 54-56 (1626-1771)
30. Reddituari cremonesi: b. 57 (1685-1734)
31. Reddituari milanesi: b. 58 (1625-1734)
32. Redditi estinti: bb. 59-60 (1581-1771)
33. Officio delle vettovaglie: b. 61 (1585-XVIII s.)
34. Officio della sanità: b. 62 (1585-1769)
35. Rimpiazzo e distribuzione del carico: bb. 63-64 (1557-XVIII s.)
36. Confische e liberazioni: b. 65 (1630-1699)
37. Interessi diversi: bb. 66-70 (XVI-XVIII s.)
38. Cerimoniali e passaggi: b. 71 (XVIII s.)
39. Nuovo Monte Teresiano: b. 72 (1755-1758)
40. Regia delegazione: b. 73 (1762-1768)
41. Dispacci:bb. 74-87 (1756-1772)
42. Infeudazione e demanio: bb.88-89 (1438-XVIII s.)
43. Separazione e riunione delle dieci ville: bb. 90-94 (1583-1742)
44. Dazi: bb. 95-96 (1441-1765)
45. Nuovo generale censimento: b. 97 (1580-1714)
46. Spese militari e alloggiamenti: b. 98 (1633-1802)
47. Processi e varie liti: b. 99 (1665-1705)
48. Tasse: b. 100 (1619-1678)
49. Comunità di Casalmaggiore: b. 101 (1441-XIX s.)
50 Registri: bb. 102-109 (XVI-XVIII s.)
51. Varie: bb. 110-111 (1509- XVIII s.)
52. Repertorio: b. 112 (1753)
53. Cassetta di legno: b. 113
54. Mappe: bb. 114-117 (Casalmaggiore e Ville, di G. B. Barattieri, 1638; Catasto Teresiano, XVIII s.)

Pubblicato su "Casalmaggiore", bimestrale a cura
dell'Associazione Pro Loco di Casalmaggiore
Giugno 2007

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